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Nel nord del Pacifico c’è un’isola di circa 700 mila chilometri quadrati, grande come la Francia, che non ha ancora ottenuto un riconoscimento politico ma potrebbe diventare una nazione a tutti gli effetti. Il motivo? La «Pacific Trash Vortex», come è stata ribattezzata, è una chiazza galleggiante formata dalla plastica che abbandoniamo ogni giorno in mare (approssimativamente si trova tra il 135esimo e il 155esimo meridiano Ovest e fra il 35esimo e il 42esimo parallelo Nord, tra le Hawaii e la California). L’accumulo è dovuto da vortici (gyre) di correnti e venti che nel tempo spostano la plastica rilasciata in mare dall’uomo. La formazione è dovuta all’azione del vento, che crea il vortice sub-tropicale del Pacifico, in cui l’acqua circola in senso orario. L’acqua è in movimento solo all’esterno del vortice, mentre al suo interno l’acqua è molto calma. Qualsiasi materiale galleggiante viene trasportato all’interno del vortice e, nel tempo, i detriti si sono andati accumulando. L’ecosistema non resta immune dalla presenza dei rifiuti. Molti animali si cibano della plastica e in molti sono stati trovati migliaia di frammenti di plastica. La nocività dei rifiuti non solo provoca la morte di molti esemplari e danneggia le specie biologiche, ma va ad intaccare anche la catena alimentare, arrivando a colpire indirettamente anche l’uomo.
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